Sarà il golfo di Mondello ad accoglierlo dopo aver attraversato l’Italia abbracciato dalle braccia e dalle dita incandescenti di uno dei più grandi violoncellisti al mondo, il palermitano Giovanni Sollima.

Che suono ha un violoncello di ghiaccio?
Può l’acqua, mutevole per natura, prendere il posto del legno pregiato e stagionato e supplire alle sue qualità armoniche?

In  N-Ice Cello, al Teatro Politeama il 9 e 10 Febbraio, il protagonista sarà un violoncello di ghiaccio costruito dallo scultore e liutaio americano Tim Linhart: a suonarlo Giovanni Sollima uno dei più grandi esecutori al mondo di questo strumento, per caso e non a caso palermitano.
Il viaggio del violoncello, cominciato dal ghiacciaio trentino Presena nel Tonale, dove Tinhart ha scolpito lo strumento, è proseguito attraversando tutta l’Italia in tournee, fino alla sua destinazione finale, Mondello, dove le acque del ghiacciaio si fonderanno con il mare quando lo strumento sarà calato in mare da alcuni pescatori, per sciogliersi. Dall’intero progetto, nato per accendere un riflettore sui cambiamenti climatici e sulle crisi idriche che sempre più spesso sconvolgono intere regioni del pianeta, sarà tratto un docu-film diretto da Corrado Bungaro.

Al Politeama, Sollima suonerà in una bolla termica a 5° per mantenere intatto lo strumento. Il programma prevede il Concerto n.2 in re maggiore per violoncello e orchestra di Joseph Haydn; The N-Ice Cello, concerto per violoncello di ghiaccio, archi e percussione dello stesso Sollima; e il Cello Concert del grande Friedrich Gulda.

Giovanni Sollima sa intrattenere le sale da concerto più aristocratiche del mondo ma è pure lesto a imbastardirsi con rock, jazz et etnica in vetta alle montagne, tra le dune del Sahara, nelle feste di piazza. Palermitano, divenuto star all’estero prima che in patria, è passato dalla Scala alla Biennale di Venezia alla Knitting Factory, tempio dell’underground newyorchese, con Muti e Patti Smith, Sinopoli e Capossela. E’ autore di colonne sonore cinematografiche per Greenway, Wenders e Marco Tullio Giordana, di musiche di scena per Bob Wilson e Baricco. La sua composizione più famosa, “Violoncelles, vibrez!”, è un classico del nostro tempo.
Oggi suona un violoncello di ghiaccio. Ma montando il filo di un aquilone sulla cassa di un violoncello, può creare uno strumento nuovo, l’“aquilarco”. A volte passeggia per la sala durante i suoi concerti, altre, organizza raduni da cento e più violoncelli: un critico americano l’ha definito il “Jimi Hendrix del violoncello” perché spesso sembra davvero che maneggi uno strumento elettrico, perfino quando fa Haydn.